Si tiene a Parma giovedì 8 novembre 2018 – ore 9.00 nella sede dell’Unione Parmense degli Industriali, Palazzo Soragna, Strada al Ponte Caprazucca 6/a, il convegno “Comprendere la tecnologia Blockchain e le sue applicazioni concrete” organizzato da UPI, UNICT, SMILE-DIH, GIA, Università di Parma, con il patrocinio del Comune di Parma e il contributo tecnico delle imprese associate Omigrade e CriptonIT.
L’incontro nasce per fornire informazioni ad Imprese e P.A. per capire il valore di questa “Internet delle Transazioni” in modo da sfruttarne tutte le potenzialità e servirà per illustrare l’attività di ricerca condotta dal nostro Ateneo e alcuni recenti casi di successo nei vari ambiti di interesse.
Interverranno, tra gli altri, Michele Amoretti, professore associato di ingegneria informatica presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, ricercatore nel campo dell’informatica parallela e distribuita (algoritmi e protocolli, Internet of Things) e Marco Bosi, Vicesindaco del Comune di Parma.
La tecnologia Blockchain che in italiano si traduce in “catena a blocchi” è una grande opportunità di mutamento, in senso stretto, una rivoluzione che nasce nel 2008 dalla mente brillante di Satoshi Nakamoto (pseudonimo dell’inventore che ha preferito rimanere nell’anonimato) mentre dava alla luce Bitcoin, la prima moneta virtuale che sfrutta alla base questa tecnologia.
Non passò poi molto tempo perché il mondo comprese la genialità di questa tecnologia e le possibili applicazioni che essa poteva avere in ambito aziendale.
In generale la Blockchain consente di salvare su un database condiviso, su una rete di computer qualsiasi tipo di dato in modo sicuro e tracciabile; il fulcro, che sta alla base di tutto, è il consenso tra i partecipanti che collaborano al mantenimento e alla “messa in sicurezza” della piattaforma.
È un sistema di calcolo decentralizzato che sfrutta la tecnologia peer-to-peer a cui, quindi, chiunque può accedere dal web e partecipare attivamente alla distribuzione dei blocchi di dati, i quali contengono le informazioni e sono “marchiati” con un’impronta non replicabile. Tutto ciò esclude quindi enti terzi di gestione e controllo esterni, elevando paradossalmente e nel contempo la componente di sicurezza dell’architettura.
Si tratta quindi di un significativo aumento del livello di fiducia che accompagna qualsiasi tipo di informazione, rendendo queste immutabili, incorruttibili, eterne e da tutti consultabili.
Per questi motivi molti soggetti, tra cui P.A., banche, assicurazioni, industrie manifatturiere, ordini di notai e avvocati e politici, stanno studiando numerose applicazioni che vanno dagli “smart contracts” alla messa in sicurezza dei Big Data compresi quelli raccolti nelle fasi produttive in ambito Industria 4.0.
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