Bollati: «Facciamo di Parma una Capitale della cultura green»

«Così come siamo riusciti a ottenere il titolo di Capitale italiana della cultura, possiamo diventare anche “Capitale della cultura green”». Guarda avanti, Davide Bollati, presidente di Davines. Ecco tutte le proposte lanciate dall’imprenditore per fare di Parma una città modello anche sul fronte ambientale.

Katia Golini

«Così come siamo riusciti a ottenere il titolo di Capitale italiana della cultura, possiamo diventare anche “Capitale green”». Guarda avanti, Davide Bollati. Quando si parla di ambiente e sostenibilità meglio essere lungimiranti. E propositivi. «E’ arrivato il momento di pensare a un “green master plan”, già affrontato in Italia da città come Sondrio o Siena» sostiene l’imprenditore, entrando nel dibattito sull’inceneritore che avrebbe preferito non vedere mai in funzione -. Serve fare un piano pluriennale per portare Parma a diventare “capitale della cultura green”».

STRATEGIA CONDIVISA

«Ho molto apprezzato – continua Bollati – lo spunto lanciato da Francesco Mutti domenica scorsa sulla Gazzetta. Parlava della naturale vocazione del territorio e di conseguenti strategie coerenti alla nostra vocazione. Mi è sembrato “l’uovo di Colombo”, per nulla scontato, su cui vale la pena impegnarsi tutti come comunità. Ecco perché credo che i tempi siano maturi per creare un tavolo allargato tra pubblico e privato deputato ad elaborare un piano condiviso fatto di azioni e indicatori di performance precisi e puntuali».

Il presidente di Davines, azienda leader nel campo della cosmesi, certificata B-Corp, della salvaguardia del pianeta ha fatto una missione. «Sono contrario all’ampliamento dell’inceneritore. Ma bisogna agire in modo più articolato e mirato: per farlo non è mai troppo tardi».

CAMMINO VIRTUOSO

Bollati insiste su un punto importante: «Crediamo che Parma abbia iniziato negli ultimi anni un cammino virtuoso verso la sostenibilità ambientale, fondato anche sull’azione sinergica tra il settore pubblico e quello privato verso il miglioramento della qualità ambientale del nostro territorio, che ha portato anche a migliorare notevolmente le performance di raccolta e riciclo dei rifiuti. Siamo all’80%. Ci sembra quindi che l’iniziativa di aumentare la portata dell’impianto di Ugozzolo vada semplicemente nella direzione opposta. Qualora si realizzasse, verrebbero contraddetti i principi di “economia circolare” che ormai sono il cardine dello sviluppo industriale sostenibile. Nel recente pacchetto di direttive europee sull’economia circolare (Direttiva quadro del 30 maggio 2018) è chiaramente sancita la gerarchia di gestione dei rifiuti e il principio di puntare alla prevenzione, al riutilizzo e al riciclo come attività prioritarie. L’obiettivo strategico delle imprese green e della normativa europea è quindi quello di ridurre lo smaltimento, compresa la termovalorizzazione».

FUTURO SMART

«Davines – aggiunge il presidente – ha supportato fin dall’inizio il piano strategico del territorio che porterà la città verso un futuro di “green city” (Parma Futuro Smart) e che valorizzerà la biodiversità, le infrastrutture verdi, la mobilità sostenibile, l’attenzione al clima e alle risorse idriche, e che deve avere come obiettivo principale la salute e il benessere dei propri cittadini. Proprio per questo siamo stati i primi sostenitori e promotori del “Km verde”, progetto nato per mitigare gli effetti negativi sulla qualità dell’aria causati dal traffico veicolare sulla A1, e stiamo lavorando attivamente con istituzioni, realtà pubbliche e private affinché questo importante progetto venga finalmente realizzato. Un aumento della capacità di fuoco dell’inceneritore tenderebbe inequivocabilmente a mortificare l’effetto positivo del “Km verde” sull’ambiente circostante sia sulle emissioni di Co2 che sulle Pm10».

PIANO IN 10 PUNTI

Idee chiare e un piano strategico articolato in dieci punti che vanno dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica al consumo di acqua, dagli incentivi per le energie rinnovabili alla riduzione della mobilità veicolare. Un punto di partenza per cominciare a discutere tutti insieme di futuro. «Potremmo partire dalla misurazione delle quantità di anidride carbonica emessa in atmosfera nella nostra provincia con conseguente progetto di politiche complessive di mitigazione delle stesse nel rispetto della agenda 2030, per contrastare il “global warming” che sta avanzando a passi ben spediti. Approfondire i dati sulla qualità dell’aria e darci obiettivi ambiziosi di riduzione dei trend (perché non darci un obiettivo di -50% da qui al 2020?) di sforamento dei limiti imposti per legge delle polveri sottili».

PRATICHE VIRTUOSE

Fondamentale per Bollati puntare sulla cosiddetta «economia circolare», ossia su un piano che favorisca la produzione di materiali riciclabili per ridurre al massimo la necessità di smaltire rifiuti. Grande valore alla mitigazione degli effetti dell’inquinamento con «infrastrutture verdi, politiche di verde pubblico e privato un po’ più coraggiose. Dovremo inoltre puntare molto sulla mobilità pubblica e privata sostenibile – aggiunge l’imprenditore – puntando sulla transizione verso trasporti con energia rinnovabile».

Bollati parla anche di «Agrifood» e pratiche di agricoltura sostenibile ossia di ricognizione e sviluppo delle certificazioni ambientali, biologiche, Doc. Parla anche di innovazione, ricerca e start-up green, per approdare alla proposta di incentivare l’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile a partire dalle scuole materne fino ai licei. Infine pensa sia necessario puntare su edilizia sostenibile e rigenerazione urbana, tanto importanti quanto il piano di tutela e miglioramento della qualità relativo all’acqua, bene primario senza il quale non ci sarà alcun futuro. «Un piano in 10 punti che dovrebbe essere portato avanti da un tavolo attorno al quale mi piacerebbe vedere lavorare insieme Comune, Pics, Cea, Upi, Università, Fondazione Cariparma e tutti quei soggetti che hanno a cuore la qualità della vita e di chi abita il nostro territorio nel suo complesso».

PARMA CAPITALE GREEN

«Nell’attesa di vedere questo tavolo formarsi il prima possibile ed iniziare a lavorare e produrre risultati di miglioramento complessivo ambientale auspicato da tutti, sono d’accordo con il sindaco di fare in modo che l’inceneritore non si allarghi in applicazione a un principio di precauzione che mi pare sacrosanto per un territorio con abbastanza criticità ambientali. Sarebbe davvero bello ritrovarci all’inizio del 2020, anno in cui Parma sarà celebrata come capitale della cultura italiana, con un bel vestito verde degno del prestigioso riconoscimento. Sarebbe un ulteriore bel capitolo da aggiungere al ricco libro della cultura del nostro Paese. Credo sia possibile, iniziamo a lavorarci da subito. Da parte nostra la disponibilità è massima».

 

Articolo tratto da Gazzetta di Parma del 15 Luglio 2018